Come approciarsi al combattimento nel Wing Chun

THE KWON
Scuola di Wing Chun di Sifu Fabio Nunziante
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Come approciarsi al combattimento nel Wing Chun

The Kwon - Scuola di Wing Chun Kung Fu di Sifu Fabio Nunziante
Quali scogli deve superare un praticante che si avvicina al Wing Chun per poterlo non solo apprendere, ma anche applicare in un contesto di scontro?

Il Wing Chun è indubbiamente uno degli stili di Kung Fu più adatti al combattimento correlato all'autodifesa, pur potendosi applicare egregiamente anche in altre "sfumature" di confronto, tuttavia è studiato e strutturato in modo tale che possa "funzionare" a patto che il praticante sia disposto non solo ad imparare le tecniche ma anche i loro principi, fin'anche a quelli più estesi all'intero SIstema, a farli propri e ad applicarli, superando degli scogli, sia fisici che mentali, non poi così banali.
Non credo sia possibile esaurire in un Blog l'argomento, tuttavia mi piacerebbe far ragionare intanto su alcuni aspetti della questione; innanzitutto, il Wing Chun si basa sull'incrementare la nostra capacità e abilità di sviluppare e mutare la nostra tecnica in funzione degli "stimoli" ricevuti nel momento in cui parti del corpo del nostro oppositore vengono a contatto con parti del nostro: quando, ad esempio, "Man-Sao" (la "mano che cerca") riesce ad ottenere un contatto e a percepire una determinata "pressione", tale stimolo deve essere l'innesco per il nostro cervello ad una reazione, inizialmente "localizzata" (ad esempio la posizione del braccio che muta in "Tan-Sao" o "Bong-Sao") ma, man mano che cresciamo nella nostra conoscenza e maturità nel Sistema, anche una "reazione complessiva" del nostro corpo, nel senso sempre più completo del termine con il passare del tempo, attraverso lo sviluppo di strutture, anch'esse sempre più complesse.
Indubbiamente, lungo tale percorso, esercizi di coppia come le applicazioni schematizzate, il Dan-Chi-Sao, il Chi-Sao, il Chi-Gerk, etc...sono estremamente utili allo scopo (seppure in diversi "lineage" noto che vengono erroneamente, a mio avviso, confusi con il combattimento in sè).

                                                                                                                  

Detto ciò, all'inizio (e ben prima di iniziare ad allenare questi esercizi) il praticante dovrà scontrarsi con una nuda e cruda realtà: noi "avanziamo" verso il nostro aggressore, verso il suo attacco, ricercando il contatto che, per lo più, nella quasi totalità delle Arti Marziali e delle discipline / sport da combattimento, si cerca di evitare schivando, parando o deviando.
Ecco, iniziare a far proprio il Wing Chun significa staccarsi da quell'abitudine pressochè istintiva di evitare i colpo ed abbracciare con consapevolezza la necessità di "incollarsi" al nostro avversario, trovando nuovi spazi di sicurezza che, probabilmente, non ci sarebbero mai venuti in mente e che, anzi, ci potrebbero sembrare pericolosi.


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